Conoscenza e libertà

Molto spesso i momenti più avvilenti nel praticare Aikido si verificano nel mettere in pratica il bagaglio tecnico appreso fino ad un dato momento. E’ un qualcosa che ti affianca fin dalle primissime lezioni ed è comune a quasi tutte le arte marziali. I motivi possono essere molteplici: dalla pura soddisfazione personale alla ricerca della conferma che l’idea di aver iniziato un percorso impegnativo sia stata quella giusta; ma spesso si esce dal dojo con un misto di confusione e rabbia e la fastidiosa sensazione di stare perdendo solamente tempo. Ed è proprio il tempo che ci calmerà questo stato d’animo, il nostro continuo impegno nel tempo ci permetterà di raggiungere i nostri obiettivi.

Nell’Aikido il tempo però potrebbe diventare infinito, perché la mera applicazione tecnica non porterà (quasi) mai al risultato sperato. L’Aikido costringe il praticante a fare i conti con la conoscenza del proprio corpo, a capire tutti i riferimenti di equilibrio sia fisico che mentale.

L’avere tolto la forza fisica costringe per forza a dover usare quella mentale, ad entrare in sintonia con Tori e a coinvolgerlo nel nostro concetto di spazio-tempo. Ecco il perché in Aikido si usano le prese, sia statiche che dinamiche per lavorare, perché sono le uniche che permettono di capirne i principi in totale sicurezza, ci permettono di esplorarci e conoscerci.

Uke e Tori collaborano in questa esplorazione che deve essere reciproca per essere efficace. Quando il praticante avrà capito che la conoscenza è il principio di ogni cosa, allora inizieranno ad arrivare anche i primi risultati e piano piano le frustrazioni spariranno.

Se non riconosco i limiti del mio corpo e della mia mente e non inizio a impostare il mio lavoro da questo punto, allora il tempo sarà infinito; ma se accetto questa situazione ed inizio a lavorare su me stesso allora il tutto acquisterà un senso e il tempo diverrà solamente un compagno con cui condividere la pratica.

D’altronde in tutti gli ambiti delle nostre vite, la conoscenza è libertà, più conosco più sono libero. Ricordo tempo fa una frase che mi colpì particolarmente mentre interloquivo con un addestratore di cavalli:

“Quando smettiamo di studiare, iniziamo lentamente a morire, ma finché studiamo continueremo a migliorarci, a restare vivi e ad evolverci”

Pietro Passinetti

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